domenica 19 marzo 2017

S. Giuseppe. La festa del papà



























Per festeggiare i papà, che in S. Giuseppe hanno il loro santo patrono, mi servirò di una celeberrima pittura di Michelangelo: il “Tondo Doni”.

Il dipinto a tempera rappresenta la Sacra Famiglia e si trova agli Uffizi di Firenze. Porta questo nome perché fu commissionato dal banchiere fiorentino Agnolo Doni in occasione del suo matrimonio con Maddalena Strozzi (1504).
Secondo altri sarebbe invece da mettere in relazione con il Battesimo della loro prima figlia Maria (1507), come farebbero pensare la presenza di S. Giovanni Battista dietro le tre figure centrali e i nudi in secondo piano.
Ma non starò qui a dissertare sulle caratteristiche e sull’importanza del “tondo”. Uno può leggere Wikipedia…

A me interessa invece sottolineare un altro aspetto, che non è riportato in Wikipedia, ma assai interessante. Il monte sullo sfondo.
Non si tratta di un monte qualsiasi, ma un aretino riconosce subito che si tratta del Sacro Monte della Verna, con l’inconfondibile cima della “Penna”.

Perché Michelangelo ha posto come sfondo della Santa Famiglia la Verna?
Se leggiamo le “Vite” del Vasari, quando parla della figura di Michelangelo, abbiamo un’implicita risposta.

“Nacque dunque un figliuolo sotto fatale e felice stella nel Casentino, di onesta e nobile donna, l’anno 1474 [stile fiorentino, 1475] a Lodovico di Lionardo Buonarroti Simoni […]. Al quale Lodovico, essendo podestà quell’anno del castello di Chiusi e di Caprese, vicino al Sasso della Vernia, dove San Francesco ricevè le stimate, diocesi aretina, nacque dico un figliuolo il sesto dì di marzo, la domenica, intorno all’otto ore di notte, al quale pose nome Michelagnolo”.

E poco oltre il Vasari riporta una sua personale testimonianza:

“Michelagnolo ragionando col Vasari una volta per ischerzo disse: Giorgio, si’ ho nulla di buono nell’ingegno, egli è venuto dal nascere nella sottilità dell’aria del vostro paese d’Arezzo” (Le Vite, ed. Giuntina, 1568).

In tutti i libri, almeno a partire dal 1913, è scritto che Michelangelo è nato a Caprese, paese della Valtiberina aretina, che proprio dal 1913 per Regio Decreto venne denominato “Caprese Michelangelo”. Ciò in virtù del fatto che nel 1875, nelle feste del IV centenario della nascita del sommo artista, comparve misteriosamente una carta, datata 16 aprile 1548 e firmata da suo nipote Leonardo (!),  nella quale si riportava l’atto di nascita a Caprese. Gli studiosi e i paleografi sollevarono fortissimi dubbi sull’autenticità dello scritto, che in pratica fu giudicato apocrifo. Non parliamo degli abitanti di Chiusi della Verna, che protestarono a lungo per questo “scippo”.

Leggendo il Vasari e guardando il Tondo Doni, con la Verna alle spalle della Santa Famiglia, a parte i paleografi, come si fa a non dar ragione ai “Chiusini”?

Faccio queste osservazioni da aretino, come era Vasari che conosceva bene i luoghi di cui parlava.
Vasari dice: “Nacque nel Casentino”. Ma Caprese Michelangelo è in Valtiberina, mentre in Casentino c’è Chiusi della Verna.
Lodovico, essendo podestà quell’anno del castello di Chiusi e di Caprese, vicino al Sasso della Vernia”. Ma il Sasso della Verna sovrasta proprio Chiusi, non Caprese, da cui la Verna è distante e non è visibile perché si trova nel versante tiberino. Ricordiamo il celebre passo di Dante relativo alla Verna: “Nel crudo sasso, intra Tevero et Arno” (Par. XI, 106).
Infine c’è un altro aspetto, da molti trascurato, ma non da chi conosce la storia della Chiesa aretina. Il Vasari dice che Michelangelo nacque nella “diocesi aretina”.
Sia Chiusi che Caprese sono in provincia di Arezzo, e al tempo del Vasari nel Comune di Arezzo. Ma Chiusi apparteneva alla diocesi aretina, mentre Caprese e il versante tiberino appartenevano alla diocesi di Città di Castello (e dal 1520 fino al 1986 alla diocesi di Sansepolcro).

Torniamo perciò alla domanda d’inizio.
Perché nel Tondo Doni c’è raffigurata la Verna? A mio modesto parere, perché Michelangelo è nato sotto la Verna, a Chiusi della Verna.
E nel raffigurare la Sacra Famiglia, con Gesù Bambino, l’ha voluta raffigurare dove l’artista è nato ed è stato battezzato. Un riferimento alla sua famiglia.

Nella pittura la Madonna, torcendosi, riceve Gesù Bambino da Giuseppe. Cioè, Giuseppe in certo senso “dona” a Maria il Bambino, in riferimento forse al cognome del committente, Agnolo Doni.
Così qualcuno ha commentato. Può darsi che sia una forzatura. Rimane il fatto che in questo stupendo tondo Giuseppe, come un vero padre, porge a Maria il divin Figlio. A Chiusi della Verna.

Riferirò anch’io, nel mio piccolo, un episodio di qualche anno fa. Ho sempre ritenuto che sia Chiusi il paese natale di Michelangelo. Non può un documento comparso dal nulla neppure 150 anni fa, e quasi certamente apocrifo, cambiare una documentazione reale e perfino artistica.
Più di una volta sono stato a Caprese, ovviamente, (paese famoso per i funghi e le castagne) e un giorno vi incontrai il parroco, che mi portò a vedere la “casa  natale” di Michelangelo, cioè l’antica podesteria.
Io gli dissi: “Ma siamo sicuri che sia nato qui, e non a Chiusi della Verna?”

Ancora quel sacerdote mi corre dietro…




2 commenti:

  1. Non conoscevo questa pittura che trovo bellissima e ringrazio per le tue preziose spiegazioni e informazioni. Tra l'altro a me evoca un momento di intimità famigliare molto bella che li rende ancor più vicini a noi.

    Grazie davvero. ^_^
    Spero che smetta di correrti dietro :-) ma se continua farà un po' di lezione, come me.



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    1. Speriamo che non legga il post, se no, viene a trovarmi a casa... ;-)

      A parte tutto, ma che bellezza di pittura! Hai detto proprio bene: uno stupendo momento di intimità familiare.
      Sotto il Sacro Monte della Verna.. :-)

      Un abbraccio, carissima Terry ^_^

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