martedì 26 luglio 2016

Assassinio nella Cattedrale. Stamani


















Sgozzare in Francia un sacerdote cattolico durante la celebrazione della S. Messa ci mancava, nella disgustosa casistica del terrorismo islamico. 

Una escalation dell'orrore, che fa comprendere con sempre maggior chiarezza (se ancora ce ne fosse bisogno) la motivazione di fondo di questi atroci attentati che stanno insanguinando l'Europa: la "guerra santa" all'infedele.  

È scritto nel corano, lo ha fatto Maometto; i califfi e poi i sultani se ne sono serviti per distruggere la civiltà cristiana intorno al Mediterraneo e oltre. 
Quello che accade oggi non è che la continuazione di questa lunghissima scia di sangue.

Questa volta i pericolosi infedeli erano un prete di 86 anni, due suore e alcuni popolani che stavano pregando. Il prete, Jacques Hamel, della parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, aveva scritto ultimamente nel giornale parrocchiale:

"sentire l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, e a farne, là dove abitiamo, un mondo più caloroso, umano, fraterno. Un tempo per l’incontro, con le persone a noi vicine, gli amici: un momento per prenderci il tempo di vivere qualcosa insieme. Un momento per essere attenti agli altri, chiunque essi siano".

I due jihadisti evidentemente non l'avevano letto; sono rimasti alla scimitarra. Affiliati all'Isis, sono stati poi uccisi dalle forze di sicurezza, allertate da una suora sfuggita agli attentatori.

Questo in sintesi il bollettino della guerra santa islamica in Normandia oggi: profanato un luogo sacro, tagliata la gola ad un prete di 86 anni e a un altro anziano, prese in ostaggio due suore e gente che prega. Nel nome di allah, il misericordioso.

Figuriamoci se fosse vendicativo...

Da oggi possiamo aggiungere alla lista dei santi martiri il sacerdote Jacques Hamel, al pari dei vescovi Oscar Romero e Thomas Becket, uccisi in epoche diverse nello stesso modo: nelle loro chiese, all'altare.

P. Jacques Hamel, prega per noi!



4 commenti:

  1. Carissimo Amicusplato,

    Padre Jacques è un esempio per noi tutti. Un cristiano come lui, non ha paura di morire perché' sa di aver trovato la perla preziosa. Ed un uomo di Dio come lui, che ha lasciato tutto per lavorare nel campo, dove c'è' il prezioso tesoro della fede, di cosa ha paura se il Signore è con lui? Unito a lui in tutto anche nella morte, anche se noi siamo fatti per gioire, sappiamo che questa gioia c'è .
    Anzi la proviamo un pochino già da qui, provando ad amare, a non restituire male per il male.
    Ma... Ti voglio dire che quando ero piccola, tra i banchi di scuola, sui libri, feci conoscenza di Maometto, mentre dalle parole del Vangelo, feci conoscenza di un'altra Via, quella dell'amore.
    Ecco... Ciò che pensò lo ritrovo nella parole di un grande Sacerdote:

    Che differenza passa tra la Chiesa Cristiana e la Maomettana?
    P. La differenza è grandissima. Maometto fondò la sua religione colla violenza e
    colle armi: Gesù Cristo fondò la sua Chiesa con parole di pace, servendosi de’
    poveri suoi discepoli.


    Un abbraccio

    Terry

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    1. Grazie di questo tuo commento, carissima Terry, che rivela il vero senso cristiano della vita e della morte, e il grande abisso tra la fede cristiana e quella musulmana, tra le parole di salvezza e di amore portate da Cristo, e quelle di violenza e di odio portate da Maometto.
      Ma il lieto annunzio di Cristo vincerà su ogni forma di aberrante fanatismo. E il sacrificio di P. Hamel è il sangue di un martire che è seme di nuovi cristiani.

      Un grande abbraccio :-)

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  2. Ripensando a Padre Jacques, stamattina mi vengono in mente i monaci di Tibhirine, rapiti e uccisi in Algeria vent'anni fa, e il testamento di Christian de Chergé, di straordinaria altezza spirituale....
    Ti abbraccio, Antonio, e grazie!!!

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    1. Sì, un testamento mirabile e profetico.
      Sono i santi martiri della nostra epoca, che non hanno avuto timore di sacrificare la loro vita per il bene degli uomini, anche di quelli che non lo meritavano, con l'amore di Cristo nel cuore.
      E al martirio dei sette monaci trappisti di Tibhirine, che hai molto opportunamente ricordato, unisco anche il sacrificio del Beato Charles de Foucauld, sempre in Algeria.

      Un affettuoso abbraccio, cara Annamaria, e grazie per avermi fatto leggere con la tua citazione l'eroico testamento di P. Christian de Chargé :-)

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