giovedì 6 agosto 2015

Trasfigurazione. L'uomo al bivio





Il 6 Agosto è il giorno di Hiroshima. Quest'anno è il 70° anniversario.

Più della scoperta dell’America, più della Rivoluzione francese, più della caduta del muro di Berlino, più dell'11 Settembre, lo scoppio della prima bomba atomica ha cambiato la storia umana.

Ogni altro fatto ha cambiato qualcosa; la bomba atomica ha cambiato l’uomo. Gli ha fatto prendere coscienza che l’esistenza stessa del mondo è nelle sue mani, ed egli può perfino dichiararne la fine.

L’atomica lanciata dal bombardiere Enola Gay ha cancellato Hiroshima per anni dalla carta geografica. Il suo bagliore accecante, e l’orrenda colonna di fumo seguita subito dopo, sono il simbolo di una trasfigurazione di morte, opera dell’uomo.

Il 6 Agosto è però anche la festa della Trasfigurazione di Gesù. Il Figlio dell’Uomo si manifesta come vero Figlio di Dio in una luce splendente.

È questa la trasfigurazione che dobbiamo cercare. Fare della vita umana e del mondo una realtà divina, luminosa, per quanto è dato alle nostre forze, e alla nostra fede per chi crede.

“L’umanità è entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia ci pone di fronte a un bivio”. “Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. Basta ricordare le bombe atomiche lanciate in pieno XX secolo”. “Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola, perché invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura” (Papa Francesco,Lettera Enciclica Laudato si’, nn. 102, 104, 115).

In memoriam della immane tragedia del 6 Agosto 1945, la mesta, ma non disperata, “Élégie” in Do minore per violoncello e pianoforte (1880) di Gabriel Fauré.

Al violoncello la grandissima (appena diciassettenne) Jacqueline du Pré, in una esecuzione del 1962. Al piano Gerald Moore, un vero artista nell'accompagnamento.


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