domenica 18 agosto 2013

Treni e... trenodie. Mina





Stasera ho avuto modo di rivedere un vecchio film di John Sturges, con Kirk Douglas: "Last train from Gun Hill" (in Italia, Il giorno della vendetta), del 1959. Non è un capolavoro (Sturges era stato più convincente in Sfida all'OK Corral); ma vedere all'opera un attore come Kirk Douglas è sempre una grande soddisfazione.

A parte la recitazione del grandissimo attore, il protagonista del film è - come indica anche  il titolo originario - ancora una volta il treno. Quell'ultimo treno delle 9 di sera sul quale lo sceriffo (Kirk Douglas) devo caricare un giovane assassino, figlio del padrone della città, che è tutta o quasi dalla parte del boss.
Mi è tornato alla mente che il treno è stato spesso grande protagonista nella cinematografia, fin dalle origini nel 1896 con quel memorabile "Arrivo del treno alla stazione de La Ciotat" dei Fratelli Lumière, proiettato in una sala paragina. All'arrivo del treno in primo piano, il pubblico parigino fuggì di sala terrorizzato.

Quelle lunghe attese che caratterizzano il film di Sturges fanno venire in mente la spasmodica attesa del treno di mezzogiorno che porta in città un gangster assetato di vendetta, in "Mezzogiorno di fuoco" (1952); e soprattutto il treno delle 3 e dieci, in  "Three Ten to Yuma" (Quel treno per Yuma), del 1957, a cui la pellicola del 1959 si è chiaramente ispirata.

Il treno mi ha fatto venire in mente la parola "trenodìa", che però con il treno non c'entra nulla. Trenodia è un termine di origine greca che significa lamento, compianto. Forse si può osservare umoristicamente che i nostri treni spesso sono un lamento, un vero strazio. Ma l'etimologia dei due termini rimane pur sempre diversa...

Detto questo, si può gustare la "Trenodia" cantata da MIna. Fu il primo brano che la Tigre di Cremona incise con la sua propria casa discografica, la PDU, nel dicembre 1967. È un adattamento del celebre Concerto de Aranjuez, di Joaquìn Rodrigo (1939), con parole di Giorgio Calabrese.

Il disco fu subito fatto ritirare da Rodrigo per violazione dei diritti d'autore, per cui non compare nella discografia di MIna (se non come rarità) , e pochi lo conoscono. Molto noto invece il brano di Massimo Ranieri, "Amore mio", sempre basato sulle note di Aranjuez, che poté cantare a Canzonissima nel 1970 senza alcuna contestazione, con diverso arrangiamento.

Appassionata la canzone di Ranieri; ma molto più convincente la versione di MIna, una vera "trenodia".

Buona settimana, con i treni che non fanno attendere e perciò senza trenodie!



Trenodia 


E così 
non mi resta che andarmene 
e incominciare adesso a non pensare più a te 
quando per te sembra impossibile 
cominciavo a sorridere. 
E così 
non ho niente da aggiungere 
e il canto disperato che intonavo per te 
lo finirà senza concluderlo 
un silenzio di morte. 
E così 
per la notte di incubi 
che è stata la mia vita fino a qui 
vedevo già un'alba di sereno 
che vivevo ma sono io che ho sbagliato. 
Cercherò di non piangere 
cercherò di resistere 
cercherò di sorridere. 
E così 
le mie dita non leggono 
leggere sul tuo viso il desiderio di me 
nacque per te un bene inutile 
ed è morto per sempre.


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