venerdì 27 luglio 2012

Una tempesta di freschezza




La leggera brezza ristoratrice di questa notte d’estate invita all’ascolto di una musica che sia altrettanto gradevole.
Siamo in piena notte. Ci vuole Chopin.

Non uno dei suoi notturni, però. Chopin non è solo l’autore dei Notturni.

Facciamo ricorso ad uno dei suoi "24 Préludes", op. 28, pubblicati nel 1839.

L’opera è composta da 24 brani, brevi e brevissimi (l’esecuzione completa si aggira intorno ai 40 minuti!), scritti ognuno in una tonalità diversa, così da comprendere tutta la gamma delle tonalità: 12 maggiori e 12 minori.

È evidente che Chopin ha voluto rifarsi a Bach, che un secolo prima con il “Clavicembalo ben temperato” aveva compiuto un’impresa colossale: comporre in ognuna delle 24 tonalità un preludio e una fuga, e per ben due volte.

Ma a parte questa esteriore imitazione, i Preludi di Chopin sono una cosa del tutto diversa.
Anzitutto non sono seguiti da alcuna fuga; in secondo luogo hanno una struttura inconsueta. Si tratta di brevi componimenti che esprimono sensazioni, stati d’animo, “frammenti” di un mondo interiore che nella varietà del loro susseguirsi ci danno alla fine la complessa visione dell’animo dell'artista.

Ci sono tra questi Preludi alcuni autentici capolavori, come il n. 15 (Goccia d’acqua) in Re bemolle maggiore, il n. 20 (Marcia funebre) in Do minore, il n. 7 in La maggiore (celeberrimo), il n. 9 in Mi maggiore, una composizione di sole 12 battute...

Non a caso ai funerali di Chopin, nella Chiesa de La Madeleine di Parigi, il 30 0ttobre 1849, il famoso organista L. J. Alfred Lefébure-Wély eseguì due stupendi preludi di quest’opera: il n. 4 in Mi minore e il n. 6 in Si minore.

Tutti i più grandi pianisti hanno avuto ed hanno nel loro repertorio i 24 Préludes, a partire dalle memorabili registrazioni di Ferruccio Busoni, del 1920, e di Alfred Cortot, del 1926.
Propongo all'attenzione il giovane pianista polacco  Rafał Blechacz (classe 1985), ormai concertista affermato, che esegue l’ultimo dei 24 preludi, in Re minore, “Allegro appassionato”, denominato comunemente “La tempesta”.

Una tempesta di freschezza.




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