venerdì 27 gennaio 2012

I singhiozzi lunghi di un violino ad Auschwitz



"Io suonavo il violino ad Auschwitz, mentre uccidevano i fratelli miei". Così dice una nota canzone di Claudio Chieffo (1967).
Di fatto, molte fucilazioni nei campi di sterminio nazisti avvenivano mentre veniva fatta suonare un’orchestra di ebrei detenuti, per coprire in qualche modo gli spari.
All'orrore delle uccisioni si aggiungeva così il miserabile snaturamento dell’arte musicale.
Per evidenziare anche quest’aspetto della barbarie nazista dei campi di sterminio, in questo "Giorno della Memoria" voglio onorare le vittime con il violino di Jascha Heifetz.
Il secolo XX ha visto una serie impressionante di grandi violinisti di origine ebraica: Fritz Kreisler, Jascha Heifetz, Yehudi Menuhin, Isaac Stern, Itzhac Perlman, ed altri ancora; come a dire, l’eccellenza in questo settore artistico.
Ma se si volesse continuare in altri settori musicali, non potrei dimenticare Arthur Rubinstein e Vladimir Ashkenazy, due dei più grandi pianisti del ‘900 e i più grandi interpreti di Chopin.
“I singhiozzi lunghi di un violino”, per un contrappasso dantesco, segneranno però anche la fine dei campi di sterminio. Fu infatti proprio questo celebre verso di Verlaine ad indicare in codice il giorno dello sbarco in Normandia, che portò alla definitiva vittoria degli Alleati sulla dittatura nazista.

Il "Guarnieri del Gesù" (del 1742) di  Jascha Heifetz suona la “Melodia”, dall’Orfeo ed Euridice di Cristoforo Gluck, nella trascrizione dello stesso Heifetz  per violino e pianoforte.
Al pianoforte, Emanuel Bay.
Dopo l'orrore del male assoluto, la bellezza dell'arte pura.

4 commenti:

  1. L'arte eleva sempre lo spirito...

    Ti abbraccio, Antonio.

    Mi piacerebbe un tuo commento al mio ultimo post.

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  2. Finché ci saranno dei veri artisti, la barbarie non vincerà... ;-)

    Un abbraccio, mia cara Gianna :-)

    PS. Ho commentato il tuo simpatico, ma anche impegnativo, post ;-)

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  3. a parte il pezzo striggente, con strumenti come il violino o il pianoforte, questa è d'insegnamento e coraggio per la vita, che ognuno di noi deve portare la propria avanti anche nelle avversità, anche le più truci.

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  4. Pienamente d'accordo, mio caro Luca.

    La vita ha sempre un significato e un valore assoluto; anche se qualcuno vorrebbe oggi riportarci a pratiche di sapore nazista, facendo credere che esistono categorie di persone la cui vita non è degna di essere vissuta :-(

    Ciao! e grazie del tuo contributo, prezioso!

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