giovedì 28 aprile 2011

L'inno alla gioia (ma non è Beethoven)



Tutta la settimana che segue la Pasqua è il gioioso prolungamento della festa della Risurrezione.

La liturgia eucaristica è solenne e ogni giorno di questa settimana (per essere precisi, dell’ “ottava di Pasqua”) si conclude con l’acclamazione: “Alleluia, alleluia!”

C’è un inno che esprime in modo particolarmente intenso l’esultanza pasquale: “Alleluia. O filii et filiae”.

Risale al secolo XV, le parole sono di Jean Tisserand, un frate francese del periodo.

L’inno, nel corso dei secoli, è stato oggetto di rielaborazioni. Celebri le variazioni organistiche di Jean-François Dandrieu (1682-1738).


Noi lo presentiamo nella versione (molto ridotta nelle strofe) per voce solista, coro e organo.

La Schola Cantorum è quella della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, così come lo stupendo rosone dugentesco che correda il video.


Alleluia, Alleluia, Alleluia!

O filii et filiae,
Rex coelestis, Rex gloriae
morte surrexit hodie. Alleluia

Alleluia…

Et Maria Magdalene,
et Jacobi, et Salome,
venerunt corpus ungere. Alleluia.

Et mane prima sabbati,
ad ostium monumenti
accesserunt discipuli. Alleluia.

Et Joannes Apostolus
cucurrit Petro citius,
monumento venit prius. Alleluia.

In hoc festo sanctissimo
sit laus et jubilatio,
benedicamus Domino. Alleluia.

De quibus nos humillimas
devotas atque debitas
Deo dicamus gratias. Alleluia!



O figli e figlie,
il Re del cielo e della gloria
oggi è risorto da morte. Alleluia.

Maria Maddalena,
Maria di Giacomo e Salome,
vennero per ungere il corpo. Alleluia.

La mattina del primo giorno dopo il sabato
giunsero  i discepoli
all’entrata del sepolcro. Alleluia.

L’Apostolo Giovanni
corse più veloce di Pietro,
giunse per primo al sepolcro. Alleluia.

In questa festa santissima
sia lode e giubilo,
benediciamo il Signore. Alleluia.

Di tutto questo noi
rendiamo umilissime grazie,
debite e devote, a Dio. Alleluia!

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