martedì 7 dicembre 2010

Non solo alla Scala



Non è giusto che stasera solo i privilegiati spettatori de La Scala di Milano ascoltino le sublimi note de La Valkiria (Die Walküre, 1870), di Richard Wagner.

Anche noi, poveri mortali, abbiamo il diritto di ascoltare almeno un brano del capolavoro wagneriano, seconda opera dell'imponente tetralogia dell'Anello del Nibelungo.

Dell'opera La Valchiria si conosce quasi unicamente la celebre "cavalcata"; in effetti è una delle immortali pagine della letteratura musicale.
Ma è così nota che basta citarla, per considerarla già eseguita.

Andiamo invece alla scena finale.  Patetica, affettuosa, drammatica, possente, con chiusura in  dolce diminuendo, quasi ad accompagnare - tra i bagliori di fuoco-  il sonno di Brunilde.

Il dio Wotan abbandona sua figlia, la valkiria Brunilde, al suo destino per aver disobbedito alla sua volontà, spinta da generoso amore.
Brunilde è la nuova Antigone, che ha trasgredito agli ordini delle autorità per seguire la propria coscienza.

Di questo amore Wotan non può non tener conto e perciò circonda la figlia, profondamente addormentata, con un fuoco invalicabile per tutti, tranne che per quell'uomo che non sappia cos'è la paura, "un uomo più libero di un dio".

A queste parole la voce del basso-baritono, che impersona Wotan, intona in tutta la sua potenza il leit-motiv di Sigfrido.

Sarà lui il protaganista dell'opera successiva, l'uomo che non conosce la paura.

Duttile, potente, armoniosa la voce del grande baritono-basso Hans Hotter.
 

2 commenti:

  1. Mi affascinano i miti. Sigfrido è da paragonarsi al Supruomo, o ad un eroe alla cui ombra dobbiamo accontentarci di sopravvivere?

    RispondiElimina
  2. Penso che Wagner avesse proprio l'intenzione di costruire musicalmente in Sigfrido molto più di un eroe (("l'uomo che non ha paura", "l'uomo più libero degli dei"); forse proprio il "Superuomo", che il suo amico (poi nemico) Nietzsche veniva teorizzando in filosofia.

    Aleggia comunque sempre nelle opere di Wagner il mistero del male, come nell'uccisione a tradimento di Sigfrido, ad esempio.

    Non è insommma "la gaia scienza" di Nietzsche, per intendersi.

    Grazie, Luca, del tuo commento, davvero stimolante :-))

    RispondiElimina