martedì 31 agosto 2010

Notti in montagna (con Kodály)...




L'estate sta finendo, con l'agosto. Le ultime nottate in montagna, prima della ripresa dei lavori.

Le passiamo con la musica di Zoltán Kodály... 

Chi ama la musica corale non può non avere un debole per Kodály (1882-1967).

Le sue composizioni polifoniche sono il banco di prova di ogni coro che si rispetti.
Nessun maestro può affrontare un spartito di Kodály se non ha un gruppo ben preparato, sia vocalmente che tecnicamente.

Un canto di Kodály non si può “mettere su” in quattro e quattr’otto. Dissonanze, salti vocali difficili, finezze espressive, non si possono improvvisare. Hanno bisogno di uno studio assiduo e di una preparazione di lunga data.

Non a caso Kodály è stato anche un grande educatore del popolo magiaro, facendosi promotore dell’insegnamento della musica fin dalla scuola dell’infanzia, con un celebre Metodo che porta il suo nome.

Io che ho un debole per la polifonia, da vecchio corista di un bel coro, voglio concludere il mese di agosto in bellezza proprio con Kodály.

Niente orchestre, niente strumenti inventati dall’ingegno umano, solo lo strumento musicale più bello che esista: la voce umana.

Un coro polifonico, e per di più senza parole: solo suoni.

Si tratta del primo dei cinque brani dedicati alle “Notti in Montagna” (Hegyi Èjszakák), del 1923.

È anche il più bello. Il mistero, il fascino e la paura di una notte, nella solitudine alpestre, sono magnificamente espressi da questo moderno "quadro musicale".

Per coloro che non hanno dimestichezza con la polifonia, faccio solo notare che il pezzo, per coro femminile a 5 voci, inizia con un progressivo accordo dissonante (Fa-Sol-La-Si). Ogni voce fa la sua nota e la “tiene”.
Tenere fermo un accordo dissonante è come tenere insieme forze contrastanti. Quanto di più difficile ci sia, anche nella coralità.

Per di più si tratta di un trìtono, del duro “diabolus in musica”…

Non c’è bisogno di dire che il coro che lo esegue è eccellente. Solo un coro di valore può eseguire questa musica.

È il Coro Femminile di Gyor, diretto da Miklòs Szabò.

Un applauso meritato!

4 commenti:

  1. Magnifica esecuzione!
    Un caloroso applauso al coro anche da parte mia, amicus.

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  2. Un bel quadro impressionistico, disegnato alla perfezione ed eseguito magnificamente.
    Non c'è che dire :-)

    Ciao, mia cara Stella... alpina ;-)

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