sabato 20 febbraio 2010

Ci vorrebbe un tempo Allegretto




Quando nella storia della musica si dice tempo Allegretto viene subito in mente il II Movimento della VII Sinfonia di Beethoven (1813).

È questo l’Allegretto per eccellenza, con il suo ritmo ben scandito, con il suo crescendo inarrestabile, con la sua linea melodica trascinante.

La VII Sinfonia è gioiosa forza vitale che prorompe irresistibile e si esprime in ritmi di danza.
La stessa tonalità di La Maggiore in cui è scritta, la tonalità della gioia più luminosa, ci fa capire che Beethoven vuole erigere un monumento alla vita stessa.

E ci riesce perfettamente.

L’Allegretto, incastonato tra movimenti più vivaci, è come una pausa riflessiva, annunciata dall’accordo inziale di La minore, che sembra dare un tono di velata tristezza.

In realtà il ritmo e il crescendo fanno capire che si tratta di una progressiva conquista della gioia e della pace interiore. Il peso del negativo viene superato in una vittoriosa ascesa verso la luce.

Era un brano particolarmente amato da D. Lorenzo Milani, che lo ascoltava in particolare quando il dolore della sua malattia si faceva maggiormente sentire.

In effetti, l’ascolto del brano dà profonda serenità interiore.

Il video purtroppo è carico di pubblicità (di suo); ma ho scelto questo perché, nonostante tutto, è una registrazione accettabile.

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