venerdì 4 dicembre 2009

Felicità: realtà o inganno?






















Giacomo Leopardi sosteneva che la felicità non esiste; è solo un inganno della nostra immaginazione. Infatti secondo lui si è felici solo nell’attesa di un evento gioioso o dopo uno scampato pericolo.

Ma passato il pericolo, tutto ritorna nella noia quotidiana; e arrivato l’evento gioioso, arriva pure la tristezza per la sua rapida fine.

Leopardi paragona perciò la felicità umana alla momentanea Quiete dopo la tempesta e al Sabato del villaggio. Non vera felicità, ma apparenza e inganno.

Due stupendi “idilli” poetici messi a servizio di una visione pessimistica della vita.

Ancor più disperata la filosofia di Schopenhauer che diceva: “Sei giorni sono di dolore, il settimo di noia”.
E ancora: “Le briciole di felicità che l’uomo riesce a ottenere nel corso della vita sono l’elemosina che viene data ad un mendicante per farlo sopravvivere e prolungare la sua pena”.

Cari amici, siamo nel periodo che precede Natale. Forse per qualcuno il Natale è un’attesa che lascia poi delusi. O un briciolo di serenità in un mare di tristezza e di noia.

Ma se ci avviciniamo a quella capanna di Betlemme con animo disarmato, senza cioè la solita corazza che indossiamo per difenderci dai “nemici”, allora riusciamo a trovare la vera felicità: un Bambino che ci dona una sola cosa, la certezza di essere accolti da Dio, chiunque siamo, qualunque sia la nostra situazione esistenziale.

Allora il giorno di festa diventa l’inizio di una gioia vera, che non ha più fine.



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