venerdì 4 dicembre 2009

Dio, mistero affascinante














Oggi ho avuto una lunga discussione con alcuni amici blogger sull’esistenza di Dio, sull’origine del mondo e sull'evoluzionismo darwiniano.

In questo post mi voglio soffermare sul mistero più grande e affascinante: il mistero di Dio.

Mi limito ai punti essenziali, per una ricerca semplicemente razionale.

Si deve sempre partire da ciò che si vede e si comprende. Chi deve essere spiegato non è Dio, ma anzitutto il mondo come appare, la realtà fenomenica.
La scoperta di Dio non è all'inizio di un ragionamento, ma eventualmente solo alla fine, come risultato di un'indagine sulla realtà che ci circonda e ci pone domande.

La nostra mente per capire un fenomeno cerca le cause, e da ultimo necessariamente la causa incausata, che ha dato origine al tutto.
La ragione capisce che tale causa non può essere una delle tante che sono nel mondo, perché altrimenti anche questa ipotetica causa avrebbe bisogno di una causa precedente. Il problema si sposterebbe all’infinito, ma non si spiegherebbe.

Occore una realtà superiore ontologicamente, un essere distinto dal mondo, cioè assoluto, Dio.

Una realtà in movimento come è il mondo ha bisogno di una causa che dia l'inizio, o da sempre o in un indietro limitato nel tempo, altrimenti la materia stessa e il movimento non partono.

Se il mondo avesse avuto origine 14 miliardi di anni fa, con il Big Bang (ed è un’ipotesi verosimile), è evidente che occorre ammettere l’esistenza di Dio. Chi ha portato dal nulla all’esistenza la massa iniziale, chi le ha dato l'immane energia del Big Bang? La nostra mente esige Dio, eterno e onnipotente.

Ma lo stesso ragionamento vale anche se il mondo viene spostato indietro quanto si voglia, miliardi e miliardi di anni prima, oppure all’infinito. Senza la presenza creatrice di un Essere radicalmente (ontologicamente) diverso e infinitamente superiore, eternamente presente e onnipotente, anche da un tempo infinito non potrebbe sorgerebbe nulla di questo mondo, la cui caratteristica è aver bisogno di una causa iniziale, poiché si muove per cause.

Avrebbe comunque bisogno di Dio, che lo faccia emergere dal nulla eterno.

Solo un Essere trascendente, assoluto, fuori perciò dei nostri limiti spazio-temporali, può dare origine, o nel tempo o da sempre, a materia ed energia in movimento.

Diceva Cartesio: "Datemi materia e movimento e vi costruirò il mondo".

E Newton: "Questa elegantissima compagine del Sole, dei pianeti e delle comete non poté nascere senza il disegno e la potenza di un ente intelligente e potente. Egli regge tutte le cose non come anima del mondo, ma come signore dell'universo. E a causa del suo dominio suole essere chiamato Signore-Dio, pantokrator" (Isaac Newton, Principi matematici di filosofia naturale).

Nella foto, la prima edizione del volume, Londra 1687

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