mercoledì 2 settembre 2009

I quattro Vangeli. Il Vangelo di Matteo














Matteo è un apostolo, quindi un testimone oculare della vita di Gesù. Il Signore lo chiamò mentre era al banco della gabella, ed egli “si alzò e lo seguì” (Mt 9, 9).

Il suo Vangelo è il più ampio e procede con andamento ora maestoso, ora irruento, ora drammatico.

La prima caratteristica che colpisce è il frequente richiamo all’Antico Testamento. Matteo, che si rivolgeva in modo particolare agli ebrei, vuol mettere in evidenza che Gesù è il Messia, l’atteso dalle genti, colui che è stato preannunciato dai profeti.

È Gesù il vero legislatore della nuova alleanza, colui che ha portato a compimento e rinnovato l’opera di Mosè. Si trova spesso questa espressione: “Vi fu detto dagli antichi… ma io vi dico”.

E l’evangelista si sofferma a lungo sull’insegnamento di Gesù, sottolineando, da una parte la continuità con l’antica legislazione, e dall’altra la radicale novità della nuova: “Avete inteso che fu detto: 'Occhio per occhio e dente per dente'; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra (Mt 5, 38-39).

Un altro aspetto che Matteo mette in evidenza è la forte lotta di Gesù contro il fariseismo, cioè contro chi vuole apparire rispettabile all’esterno, ma è interiormente malvagio.

Matteo era un pubblicano, cioè una persona disprezzabile, perché riscuoteva le tasse per i romani; ma la sua vita è la dimostrazione che non esistono persone perdute di fronte a Dio, se rispondono alla sua chiamata. Per questo può riportare con serena fiducia la frase che Gesù dice ai farisei: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (Mt 21, 28).
Fanno impressione le durissime invettive del capitolo 23, che iniziano con “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti”. E sono chiamati da Gesù “guide cieche”, “razza di vipere”, sepolcri imbiancati”.
Di fronte a queste parole si capisce perché venne messo a morte…

Dobbiamo a Matteo alcuni dei passi più conosciuti della fede cristiana: la preghiera del "Padre Nostro" e le "Beatitudini", nella forma più nota (ambedue sono riferiti più brevemente anche da Luca), il primato di Pietro (“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”), il Giudizio finale sulle opere di misericordia: “Avevo fame, avevo sete, ero straniero, … e mi avete aiutato”.

“Alla sera della nostra vita saremo esaminati solo sull’amore”. È un’espressione di S. Giovanni della Croce che interpreta bene il messaggio del Vangelo di Matteo.

Un Vangelo che ha ispirato uno dei capolavori di Bach, la “Passione secondo Matteo”.

E ha toccato il cuore di Pier Paolo Pasolini che, da non credente, ha voluto rendere onore a Gesù, nella sua lotta contro ogni ipocrisia e falso potere, con il bellissimo film “Il Vangelo secondo Matteo” (1964).

Un invito per tutti, credenti o meno, a rileggere questo mirabile Vangelo.


Foto in alto: "Vocazione di Matteo", Caravaggio (1600), Chiesa di S. Luigi dei Francesi, Roma

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