lunedì 13 luglio 2009

Parliamo del tempo...







Quando si parla di tempo, pensiamo subito alle previsioni meteorologiche.
E il bel tempo non vien mai a noia, si dice in Toscana.

Ma esiste il tempo inteso in senso generale, cioè lo scorrere delle ore, dei giorni, degli anni, dei millenni…

Noi abbiamo avuto la fortuna di vivere il trapasso tra il II e il III millennio. Non è una cosa di poco conto.

Ma, a parte il computo degli anni, che cos’è il tempo in se stesso?

I pensatori e gli scienziati hanno dato molte definizioni.

Ricordo le due più celebri.

Per Aristotele il tempo è “la misura del movimento” (mensura motus). Senza movimento non ci sarebbe il tempo; e il tempo scandisce il movimento e il divenire di un essere.
È una definizione “fisica”, “matematica”, “oggettiva”. È il tempo misurato dall’orologio, dalla clessidra, dalla meridiana.

L’altra definizione è quella di S. Agostino: il tempo è “sentimento dell’anima” (distensio animi). Senza il sentimento interiore il tempo non sarebbe avvertito. Infatti è il nostro animo che si accorge del tempo che passa: un tempo che diventa lunghissimo se si tratta di un dolore; un tempo rapido (troppo rapido!) se si tratta di una gioia o di uno svago.

Chi è stata sotto i ferri di un dentista sa cosa significa tempo interminabile…
Chi invece si intrattiene piacevolmente con una persona, “vàssene il tempo e l’uom non se n’avvede”, direbbe Dante.

S. Agostino aggiunge un’altra considerazione. Il tempo è vissuto solo nel presente, anche se si parla di passato e di futuro. Per cui esiste il presente del presente (qui e ora), il presente del passato (che il nostro animo recupera con la memoria) e il presente del futuro (che il nostro animo anticipa con la previsione). Ma tutto è vissuto nel momento presente.

L’uomo vive perciò in un continuo presente: un anticipo dell’eternità, che è l’eterno presente.

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