lunedì 15 giugno 2009

Musica divina: la Messa in Si minore di Bach



Forse nessun musicista ha innalzato a Dio una lode così solenne e grandiosa come ha fatto Johann Sebastian Bach con la Missa in Si minore.

Un’impresa titanica, che solo un genio ispirato e aiutato dall’onnipotenza divina poteva concepire. In questa Missa si riassume e viene superata ogni altra opera di Bach. Il lavoro lo impegnò una ventina di anni e le ultime note furono scritte con grafia incerta nel 1749, pochi mesi prima della morte, avvenuta nel 1750.

L’opera procede come un fiume gigantesco, che in prossimità della foce si dirama poi in una moltitudine di corsi d’acqua, per trovare finalmente sbocco nell’immensità del mare.

A me piace anche paragonarla ai capolavori di Michelangelo, in particolare alla Cupola di S. Pietro, la cui struttura magnifica e imponente rappresenta il più grande tentativo fatto dall’uomo per raffigurare nello spazio l’immensità e la bellezza del mondo divino.

Non ho citato a caso la Cupola di S. Pietro, il simbolo della cattolicità. Bach era protestante, fedele luterano. Ma ha voluto comporre il suo capolavoro con il testo liturgico cattolico per antonomasia: la Messa, in latino (e in greco, il Kyrie è greco).

Abbiamo perciò il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus e l’Agnus Dei, per quasi due ore di musica.

Una partitura “cattolica” scritta dal genio luterano. L’arte non ha confini, così come la fede. E in un’epoca in cui ci si scannava volentieri tra confessioni diverse, Bach dà un esempio di grandezza anche in questo: nel nome di Dio si può solo pregare.

Ho scelto la parte finale del Kyrie come piccolo saggio di questa opera monumentale (il Kyrie intero dura una ventina di minuti).

La parte finale del Kyrie è un tema trattato in forma di fuga, di cui Bach è maestro indiscusso. Iniziano i bassi, seguono i tenori, quindi i contralti e i soprani, in un moto ascensionale e sempre più trascinante.

Dopo Bach, chiunque abbia affrontato una Messa (esempi celebri sono Mozart e Verdi) ha sentito la necessità di comporre il finale del Kyrie in forma fugata.

Un doveroso omaggio al maestro, o forse il desiderio di misurarsi con lui.

2 commenti:

  1. Trattandosi di un'opera gigantesca non si può indicare un link dell'intera esecuzione. Nel web non c'è.

    Posso solo dire che la migliore rimane, a mio parere, quella di H. Von Karajan con i Berliner Philarmoniker(Deutsche Grammophon).

    Bisogna accontentarsi di quello che passa il convento di You tube (c'è una discreta antologia di brani, con direzione di Richter e di Blomstedt). Si possono ascoltare, ad esempio,

    l'inizio della Messa (il primo Kyrie)(Blomstedt)

    l'inizio del Gloria (Richter)

    l'inizio del Credo(Richter)

    l'inizio del Sanctus (Richter)

    il coro finale dell'Agnus Dei (e della Messa): Dona nobis pacem.

    A lato di questi video si trovano poi altri importanti brani (duetti, assoli, parti corali, etc.).

    Buon ascolto!

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  2. Proprio così! Hai ragione! È un pezzo cattolicissimo fatto da un protestante. Un protestante che dentro si sentiva un cattolico: questa messa ne è la prova suprema. S. D. G. Ho capito ascoltando spesso questa messa che c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Pregate con la musica di Bach che funziona! E lui ci aiuta intercedendo grazie a Dio.

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