lunedì 22 giugno 2009

La libertà: un duello all'ultimo sangue (o all'ultima nota)




La vita umana è una sfida continua. Spesso è una lotta contro ignoti: avversità, malattie, situazioni impreviste e imponderabili.

L’io deve aprirsi la strada verso la pienezza dell’autocoscienza superando, come diceva Hegel, l’immane peso del negativo, che la realtà gli oppone continuamente.

Quando però l’ostacolo ha un nome e una faccia, allora la sfida assume l’aspetto del duello.

La storia e la letteratura sono piene di singolar tenzoni, dall’episodio biblico di David e Golia, al mitico duello tra Achile ed Ettore nell’Iliade, fino a quelli dei film di Sergio Leone; quest’ultimi resi memorabili dalla musica di Ennio Morricone.

Il duello che abbiamo postato reca proprio la firma di Ennio Morricone, ma è per fortuna incruento; un virtuoso duello all’ultima nota. È la scena cult del bel film La leggenda del pianista sull’oceano (1998), di Giuseppe Tornatore.

Vorrei solo notare come “Novecento”, cioè il protagonista del film, vincitore della sfida al pianoforte con il presuntuoso Jelly Roll Morton (personaggio realmente esistito) esegua un’improvvisazione virtuosistica sbalorditiva, che fa pensare al Volo del calabrone di Rimskij-Korsakov (nella trascrizione pianistica di Rachmaninoff), o agli Studi trascendentali di Liszt o a qualche brano di Rachmaninoff stesso.

Sia Liszt che Rachamaninoff sono celebri per aver composto brani virtuosistici di incredibile difficoltà, direttamente proporzionale alla lunghezza delle loro mani…

Ma quelle rapidissime mani che nel film scorrono e si moltiplicano sulla tastiera sono di una donna: la pianista Gilda Buttà, di Patti (1959).

Davvero brava!

Nessun commento:

Posta un commento