domenica 13 gennaio 2008

Si scrive 2008, ma siamo nel 2007


Forse alcuni non lo sanno, ma l’anno che è iniziato non è il 2008 ma il 2007.

Non è una battuta; non è un’astuzia di Berlusconi per riportarci a votare, né di Padoa Schioppa per avere un extragettito fiscale; non è neppure una manovra del Vaticano, per riportare indietro la storia …

Il fatto è questo. La nascita di Gesù Cristo ha determinato anche un nuovo modo di contare gli anni.
Fu Dionigi il Piccolo (Dionysius Exiguus), un dotto monaco scita del VI secolo, abate a Roma, a proporre di sostituire i precedenti e molteplici sistemi di computo del tempo, ponendo la nascita di Cristo come punto di riferimento fondamentale.

Il tempo venne perciò diviso in avanti e dopo Cristo, fino ad oggi (il mondo musulmano inizia il computo dall’Egira di Maometto, avvenuta nel 622 d. C.).

Ma al tempo di Dionigi non esisteva il numero zero, né veniva rappresentato con una lettera, come per gli altri numeri, sia latini che greci.
Per questo motivo, l’anno zero dopo Cristo non è mai esistito, a differenza di quello che spesso si sente dire (“Cristo è nato nell’anno zero”), e come si dovrebbe dire, in effetti.
La nascita di Cristo, e con essa l’inizio del conto degli anni secondo la nostra era, comincia dall’anno 1 dopo Cristo. Seguitando così è evidente che, non essendo partiti da zero, siamo avanti di un anno. Dunque il 2008 è in realtà l’anno 2007.

Non abbiamo però un anno in meno (peccato!). Anche la nostra data di nascita infatti andrebbe spostata indietro di un anno.



Foto in alto: Papiro Ryland, il più antico codice evangelico (Gv 18, 31-33; 37-38), datato 120 d. C. (Ryland Library, Manchester)

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