domenica 13 gennaio 2008

L'uomo e la sua ombra


“Non bisogna dar retta a coloro che consigliano all’uomo, poiché è uomo e mortale, di limitarsi a pensare cose umane e mortali; anzi, al contrario, per quanto è possibile, bisogna comportarsi da immortali e far di tutto per vivere secondo la parte più nobile che è in noi” (Aristotele, Etica Nicomachea).

La politica fa pena, la TV fa schifo, la società è allo sbando… Ce la prendiamo - secondo i punti di vista - con Prodi, con Berlusconi, col Vaticano e perfino con Dio, che per qualcuno non dovrebbe esistere, ma che altri si ostinano a dire invece che è dappertutto.
La rabbia che spesso coviamo dentro la proiettiamo su coloro che, per qualche motivo, risvegliano in noi sentimenti negativi, delusioni, pensieri o fatti rimossi.
La verità di fondo è che non vogliamo anzitutto confrontarci con noi stessi. Abbiamo paura di chi siamo, di chi si nasconde dentro di noi.
Abbiamo paura di liberare le nostre capacità interiori, che si aprono in ogni parte verso l’infinito. Mente e cuore non si accontentano di poco, ma vogliono comprendere e abbracciare tutto.
Dobbiamo fare leva sulla limpida forza della ragione e sulla vigorosa spinta dell’amore, che ci aprono verso gli altri e fanno saltare il bunker interiore di paura, nel quale si vive asserragliati in attesa del nemico da colpire.


Foto in alto: "Al riparo" (1937), Paul Klee (Kunstmuseum, Berna)

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